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Phil Jackson e lo Zen
News pubblicata il 13-03-2017
Allievi CSI – Girone B
Virescit – Ares Redona 0 - 1
Allenatore: D’Amore Filippo Vice Allenatori: Ferrari Lorenzo – Mangili Luca Villaggio degli Sposi - Bergamo – 05 marzo 2017 – ore 11,00 (Oggi 11,20, e si risparmia la solita tiritera sull’orario di inizio) Intro Phil Jackson è uno di quegli allenatori che ha fatto la storia. Allenatore di basket, Phil Jackson. Uno che ha vinto una robetta come 11 anelli (titoli) NBA, il campionato di basket professionistico americano, vale a dire il top. Lui di quel campionato (e quindi del basket) è l’allenatore più vincente di sempre (e tale resterà se non per sempre quanto meno per un numero di anni che è ben difficile immaginare, tanti saranno). Amante della motocicletta e dei viaggi on the road, Phil Jackson. Ma soprattutto amante e praticante zen. Lo zen è alla base del suo approccio mentale al basket, all’allenamento, alla impostazione del gioco delle sue squadre. Su questo ha scritto pure un libro che si intitola, senza grande fantasia ma con molta pertinenza, “Basket & zen”. Lì lo spiega, il segreto del suo successo. E potremmo scriverne per pagine. Ma basta il seguente brano a far capire tutto: “Il basket è un gioco di azione istante-dopo-istante ed è qui che entra in gioco lo zen. La pratica di qualsiasi tipo di meditazione zen o buddista consiste nel tentativo di ricondurre te stesso all’istante presente. Un respiro porta al respiro successivo. Quando si medita nella testa arrivano pensieri di qualsiasi tipo. Devi andare dal dentista quel pomeriggio. Oggi scade l’affitto. Che cosa voleva dire la tua partner ieri quando ha detto…? Ma tu devi rimanere concentrato sul tuo respiro, perché il respiro è l’unica cosa reale e presente in quel momento, mentre i pensieri sono solo lampi di energia biochimica dentro al tuo cervello, privi di una realtà immanente. Nel basket si tratta di giocare una azione, poi quella successiva. Se ti metti a pensare a quanto tempo è passato da quando ti sei preso un tiro o che movimento vuoi fare la prossima volta che prendi la palla, o che pessimo fischio fosse l’ultimo fallo che ti hanno attribuito, la tua mente inizia a interferire con la partita. I giocatori imparano ad amare il gioco quando entrano nell’istante, il qui e ora, e si perdono in esso. Tutto ad un tratto stanno semplicemente respirando e giocando a basket e tutto viene naturale ed è esattamente così che dovrebbe essere.” È esattamente quello che non è riuscita a fare la Virescit Allievi nella partita clou con l’Ares Redona. Arrivata già troppo sovraccaricata mentalmente da una settimana di allenamenti intensivi, la Virescit sbaglia completamente l’approccio mentale alla partita, lascia che i suoi pensieri negativi interferiscano in continuazione, manca di lucidità in campo e fuori, non trova neanche per un istante il filo del gioco, finendo così per consegnare una vittoria con il minimo scarto ad avversari in realtà capaci solamente di effettuare mezzo tiro (veramente mezzo tiro) in porta. La cronaca Adesso del match-clou della 4^ giornata di ritorno del Campionato Allievi CSI girone B dovremmo fare la cronaca. Prima della partita chiunque avrebbe pensato di scrivere la cronaca di una partita spumeggiante, ricca di spunti di bel gioco e azioni ariose, trattandosi di un match che metteva di fronte le due capoliste a pari punti. Alla fine il povero cronista si è invece ritrovato con un taccuino desolatamente quasi vuoto, e forse la miglior cronaca di questa partita avrebbe potuto essere un foglio bianco con un punto (piccolo) a rappresentare l’unico gol di questo scontro al vertice per niente all’altezza delle attese. Perché per tutta la partita entrambe le squadre non han fatto altro che praticare un gioco stagnante a centrocampo, con azioni confuse e infelici, passaggi approssimativi e a tratti lanci lunghi per i rispettivi attaccanti, i quali avevano mandato in campo dei loro ologrammi a sparacchiare verso le porte avversarie velleitari tiri, al limite della oscenità in certi casi tanto distanti dalla porta finivano. Le panchine hanno dato il loro contributo, adeguandosi al grigiore generale, con cambi poco comprensibili e disposizioni tattiche confuse e infelici quanto le azioni di gioco in campo. Ci si può anche provare a fare la cronaca, ma tutto quello che possiamo narrare è questo:
La partita finisce qui, ammesso che sia mai incominciata. Poi di tempo per recuperare gli Allievi Virescit ne hanno, il campionato è ancora lungo e può succedere di tutto, la squadra le potenzialità le ha tutte. Però oggi per la Virescit più che mai vale una citazione dell’immaginifico Vujadin Boškov, che è uno che ne sa e ne ha una per ogni occasione: “In campo sembravamo turisti. Con la differenza che per entrare allo stadio non abbiamo pagato il biglietto.” Vittorio Maraglio |
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