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The Neverending Story
News pubblicata il 07-11-2016
The Neverending Story
Allievi CSI – Girone B Virescit – Polisportiva Villese 2 -1
Allenatore: D’Amore Filippo Vice Allenatori: Ferrari Lorenzo – Mangili Luca Villaggio degli Sposi - Bergamo - 16 ottobre 2016 – ore 11,00 (anche in questo caso più o meno. La partita questa volta è iniziata alle ore 11,15, sempre per precisione di cronaca.) Intro “La storia infinita” (“Die unendliche Geschichte” o “The Neverending Story”) è un film del 1984 diretto dal regista Wolang Petersen ed ispirato al romanzo omonimo di Michael Ende. Racconta di Bastian, un ragazzino amante dei racconti d'avventura, riservato e sognatore che sta andando a scuola. Lungo la strada Bastian incontra tre bulletti che vogliono i suoi soldi. Per fuggire da loro entra nella prima porta che gli capita, dove egli si nasconde. Si ritrova in una libreria, ci sono vecchi libri dappertutto, e seduto su una poltrona c'è un uomo anziano che lo accoglie molto bruscamente. Bastian si sente offeso dalle affermazioni sui bambini davvero poco gentili fatte dal signore, e si difende dicendo che lui è un avido lettore. Si dimostra subito molto interessato allo strano libro che il padrone della libreria tiene in mano: “La storia infinita”. Appena il libro resta incustodito, Bastian lo afferra e scappa via. Bastian col libro sotto la giacca arriva a scuola di corsa, ma è in ritardo, sbirciando dentro l'aula scopre che c'è un compito in classe, decide allora di nascondersi nella soffitta della scuola. Qui si prepara un piccolo giaciglio e inizia avidamente a leggere il suo libro. Il libro è la storia della lotta dei due protagonisti, il fanciullo eroe Atreyu e il suo FortunaDrago Falkor, contro il Nulla, un'entità potentissima che somiglia ad un gigantesco ciclone che minaccia di ingoiare tutte le terre del regno di Fantàsia e la sua Imperatrice, distruggendo tutto senza lasciare scampo a niente e a nessuno. Dopo aver corso mille peripezie mettendo a repentaglio la sua stessa vita, incontrando gli esseri più disparati e strani (un Mordiroccia, un Omino e un Maghetto con una lumaca da corsa, un pipistrello, l’enorme Lupo nero Gmork, la gigantesca tartaruga millenaria Morla, gnomi, Sfingi e Oracoli) l’eroe Atreyu riesce a salvare il regno di Fantàsia, utilizzando l’unico modo possibile: lasciarsi trasportare dalla sua fantasìa. È un po’ il racconto della partita Allievi CSI Virescit – Polisportiva Villese disputata domenica 16 ottobre 2016, dove per quasi tutta la durata della partita il Nulla minaccia di inghiottire ogni cosa, compresa la pazienza dei poveri spettatori, mostrando i volti più disparati e strani dell’anticalcio (passaggi di appoggio elementari sbagliati, tiri verso la porta sparati ad altezze siderali, rinvii in area toppati clamorosamente, recuperi difensivi di lentezza secolare, mischie confuse e infelici in area e fuori dall’area, e via dicendo). Poi una invenzione di fantasia e un guizzo di rapina di Ferrari Francesco che veste i panni dell’eroe Atreyu salvano la Virescit e consentono l’happy end. E vissero tutti felici e (quasi) contenti (a dire il vero l’unica cosa della quale poter essere contenti oggi per gli Allievi Virescit è il risultato). La cronaca Fatta la premessa sopra riportata vediamo che cosa sia rimasto annotato sul taccuino del povero cronista in cerca di episodi degni di nota. Bisogna aspettare il 9’ per avere una azione che si possa considerare di rilievo ed è tra l’altro solo un corner di confusione per la Virescit dal quale però non sortisce nulla. Due minuti dopo Possenti prova ad andare via in contropiede per la Virescit: il tentativo è lodevole, ma la difesa della Villese recupera senza eccessivi affanni. La partita traccheggia a metà campo, con le due squadre intente a scambiarsi figurine al fine di completare la collezione “Tutto ciò che non si deve fare per giocare a calcio”. Si vedono così palloni danzare impuniti nell’area sfilando davanti all’intero specchio della porta senza che né difensori né attaccanti riescano nemmeno a sfiorarli, corner calciati come si potrebbe calciare un sasso indossando scarponi da montagna, passaggi effettuati con la stessa precisione di un miope che indossi lenti per presbiti, tiri tentati con la convinzione di un ottuagenario che affronti per la prima volta il magico mondo di internet… Il Nulla avanza e non ha pietà per nessuno, né da una parte né dall’altra, non fa distinzioni di sesso, razza, religione e idee filosofiche, accomuna grandi e piccini e tiene lontano il gioco del calcio dal campo. Poi finalmente al 26’ l’eroe Atreyu, sotto le mentite spoglie di Ferrari Francesco, irrompe sulla scena. Paruta lancia Tiraboschi nel corridoio centrale del campo avversario, Tiraboschi appoggia intelligentemente a sinistra per l’accorrente Ferrari Francesco il quale inventa una deliziosa palombella che scavalca il portiere in uscita e si deposita sul fondo della rete. 1 a 0. Rincuorati dal numero di fantasia di Ferrari Francesco i ragazzi Virescit riescono finalmente ad imbastire ancora un paio di azioni pregevoli. Al 31’ bella triangolazione Maraglio – Amorelli – Tiraboschi, apertura per Ferrari Francesco, ma il tiro di questo ultimo è alto. Al 33’ invece Tiraboschi batte forte una punizione senza trovare niente di meglio che colpire il proprio capitano Maraglio disposto in barriera. La palla però, carambolando su Maraglio, giunge fortunosamente a Ferrari Lorenzo che viene a trovarsi solo soletto in mezzo all’area. Ferrari calcia forte ma coglie il palo. Il primo tempo si chiude con un recupero al 34’ di Regonesi in area su un attaccante della Villese andato via a Flores Chavarria, il quale lo aveva affrontato con una lentezza eguale a quella di un bradipo sotto l’effetto del Tavor. Il secondo tempo inizia con una fiammata che fa ben presagire, ma che si spegne subito. Prima che si spenga al 3’ però si riescono a vedere nell’ordine:
Da quel momento la partita si spegne. Sul taccuino finisce solo quanto segue:
2 a 1 per la Virescit che resta anche il risultato definitivo. Poi fino alla fine, come cantava Franco Califano, “tutto il resto è noia. / no, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia / maledetta noia.” Vittorio Maraglio |
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